mercoledì 4 gennaio 2012

La RETE DELLE RETI DELLE DONNE: un contributo alla formazione del cervello collettivo femminile

Care amiche di tutta italia,
invitiamo quelle che di voi che ne hanno la possibilità a partecipare a un incontro per confrontarci su come promuovere una RETE DELLE RETI delle donne. La riunione si terrà a Roma, il 28 gennaio 2012, alla Federazione Nazionale della Stampa; C.so Vittorio Emanuele II, 349  Roma. Dalle h. 10,30 alle 17,30.  Qui l'EVENTO fb con l'invito.


Nell’ anno che si chiude c’è stata almeno un’occasione concreta di speranza quando le donne italiane sono scese in piazza per difendere sia la loro dignità che quella di un paese allo sbando. Noi c’eravamo. Perché crediamo nella possibilità di un movimento trasversale delle donne, al di là delle singole sacrosante appartenenze, capace di dimostrare a una classe politica che ci rappresenta sempre meno, che un’Italia diversa c’è già e che non intende fermarsi. Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto risultati concreti. Con la consapevolezza che quello che ci unisce è la nostra forza, e quello che ci divide è la nostra debolezza.
Per questo il nostro obiettivo è organizzare una sorta di grande contenitore, una "Rete delle Reti delle donne": che includa dunque tutte le realtà femminili, nazionali e territoriali, disposte a confrontarsi su modi nuovi di fare politica, con le quali condividere i capitoli dell'agenda da decidere insieme (alcuni gruppi stanno già riflettendo su alcuni punti tra cui lavoro, welfare, la questione etica in politica e nella società, rappresentanza e rappresentazione), le modalità per farli conoscere, i linguaggi per comunicarli, per poi imporli con forza alle istituzioni e al mondo politico italiano.
Un organismo circolare che condivida fin dalla nascita, nel rispetto reciproco dell'autonomia, il manifesto operativo di cui vorremmo essere portatrici. Speriamo perciò il 28 di essere in tante per concordare come procedere e portare avanti la nostra battaglia.

PROMUOVONO QUESTA PROPOSTA
DONNE PER MILANO (Patrizia Galeazzo)


PIU' NEL DETTAGLIO

Per discutere questa iniziativa, su fb è stato aperto un gruppo femminile, che si chiama “La rete delle donne”; perché? Certo l’ennesimo “gruppo” non serve a niente e tantomeno l’ennesima “rete” che venga intesa come “alternativa” a qualcosa che già esiste. E allora cosa vogliamo? 
Andiamo per punti. 
1. Perché questa proposta di incontrarsi?
Molte di noi sentono il bisogno di uno strumento ancora più efficace per fare rete fra donne, per esplicitare e valorizzare i contributi di tutte, in modo di rendere più semplice, per tutte, scambiare pensieri e sostenerci più fattivamente le une con le altre. Pensiamo a una sorta di contenitore davvero trasversale che per esempio (e non solo), raccolga e metta ancora più in relazione fra loro gli innumerevoli siti e blog di associazioni e singole. E che nel tempo sappia non limitarsi alla realtà italiana: la battaglia delle donne è qualcosa di quantomai globale.
Cerchiamo di dare corpo a qualcosa che nei presupposti già esiste! Vorremmo solo rendere ancora più accessibili e interconnessi questi contenuti, per accelerare il processo di formazione di quel “cervello collettivo” del pensiero femminile che nell’ultimo periodo si sta potentemente risvegliando, ovunque.
2. E perché ci crediamo?
Perché ci siamo convinte che la trasversalità non sia solo un fatto ineludibile, condizione stessa per un vero movimento di genere, ma che sia anche un fattore dirompente, la sua arma più preziosa. Eppure a molte questo tema appare un ostacolo, e non un’opportunità.
Ora.. tutte ci ripetiamo che il contributo femminile è importante, che vogliamo parità e partecipazione, che se le donne avessero più potere il mondo sarebbe diverso, che alle donne, in tutto il mondo, sono ancora (e sempre più) negati diritti basilari, eccetera… per questi diritti tutte capiamo che è necessario fare fronte comune.
Ma molte (giustamente), dicono anche: non tutte le donne ci vanno bene! Ci sono donne peggio degli uomini! Eccetera. Giustissimo.
Ma crediamo davvero che il problema si possa risolvere con il preistorico ricorso a categorie come “destra” e “sinistra”? o dobbiamo forse cercare nuovi riferimenti e nuovi strumenti? Non tutte le donne la pensano allo stesso modo; ma crediamo che il bene comune stia a cuore a tutte le donne che si battono seriamente per i propri diritti. Noi pensiamo necessario cercare “spartiacque” diversi, al di là di schemi ormai decomposti: qualcosa che, andando ben oltre le ideologie, metta appunto sul piatto, semplicemente, quel seme da cui, solo, può scaturire un mondo nuovo: la comprensione che l’umanità è un solo organismo e che ogni soluzione individuale va studiata nel quadro più ampio del bene comune.
3. E che c’entrano le donne?
Già, dirà qualcuno; non è questo un obiettivo di tutti?
Qui cerchiamo di chiarire cosa c’entrano le donne, e come siano da sempre usate contro questo obiettivo (riprendendo spunti su cui abbiamo già più volte battuto il chiodo...).
Premessa
Se non fosse tragico, sarebbe comico vedere come si combattano all’ultimo sangue opposte fazioni manovrate, in realtà, da forze intimamente amiche, STRETTISSIMAMENTE ALLEATE.
Nel sessismo senza quartiere si distinguono:
1. da un lato i censori religiosi fautori del pre/medioevo, che contro le donne brandiscono apertamente dogmi, burka e bastoni,
2. dall’altro i maitre à penser del consumismo, che contro le donne tessono i fili della mercificazione e del lavaggio del cervello.
Ai primi il cervello delle donne NON interessa affatto: se le leggi non ti danno diritti, anche del pensiero non puoi fartene niente.
Ai secondi interessa di più: dove le leggi ti consentirebbero di farti valere, è vitale DISINNESCARE il cervello e gettare la chiave.
E nel frattempo, oltre questa partita, si giocano liberamente le partite del business che è il vero collante universale dell’infima parte di umanità che, decidendo il destino di tutti, manda a rotoli il Pianeta: la lobby dei mascalzoni che gestisce il potere. Lì è come fra amici che “tengono” a squadre di calcio diverse: fuori dagli stadi, dove ci si urla contro inferociti, si torna a sorridere, si fumano gli stessi sigari, ci si stringe le mani e, brindando su miseria, fame, guerre e maree nere, ci si spartisce i frutti delle tirannie. Vedi il nostro ex-Governo “nemico dell’integralismo” che, durante il suo lungo mandato, ha portato l’Italia a essere il PRIMO partner commerciale dell’Iran atomico di Amadinejad.
Da sempre questo meccanismo predomina nel mondo: in tutto questo, A CHI SERVE, L’ODIO FRA I SESSI e i suoi strumenti principe: la negazione dei diritti e la VIOLENZA CONTRO LE DONNE?
La violenza sessista NON è un fatto privato: da sempre è fomentata perché serve al Tiranno; a tutti i tiranni del mondo, quell’1% che spadroneggia sul restante 99% (un 1% a sua volta costituito al 99% di maschi).
Ma per quella onnipotente, fazione trasversale che comanda con le guerre e con il business il sessismo è uno strumento oltremodo prezioso: perché è proprio questa la più potente arma che esista contro la Democrazia.
Ed è addirittura comico vedere come i poveracci, fra cui molti ‘combattenti contro i tiranni’, stiano al gioco senza capirci niente. Invece è ora che anche gli uomini si rendano conto che il miserabile maschio che difende coi denti qualche supremazia sessuale non è che un servo che il tiranno tiene a bada gettandogli in pasto una contropartita: noi, le donne.
Una sotto-umanità su cui essere sovrano, ai più diversi livelli, per non essere efficace come oppositore. Padrone in casa propria. A casa sua è Re. Che tentazione irresistibile.. e se ottiene questo regno privato, che gli importa della democrazia? che gli importa di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando?
Conclusione
Queste non sono dietrologie, ma al contrario, sono cose talmente sotto gli occhi di tutti, che finiscono per diventare del tutto invisibili.
Così è sempre stato, e sempre sarà; a meno che non proviamo a svegliarci, cominciando da noi, chiamandoci all’appello reciprocamente e iniziando a far valere i nostri pensieri, dai quali far scaturire un mondo diverso.
Noi sappiamo che sostenere i diritti delle donne sostiene l’Umanità.
4. E come sostenere i diritti delle donne, di più e meglio?
Trasversalità è anche comprendere questo e dunque aderire a un progetto contro ogni sessismo sapendo che farlo è per noi donne, certo; ma è anche per il bene comune. Dare corpo a una “rete delle reti” che ci interconnetta ancora di più, tutte, renderebbe infinitamente più efficaci gli sforzi di ciascuna. “Aderire”, a una cosa simile, significa solo decidere di sostenerla attivamente: perché una rete simile comprenderà, comunque, e cercherà di valorizzare, TUTTE, e i contributi di tutte, anche di quelle che NON aderiscono: citando TUTTE, rimandando a tutte, cercando di non escludere nessuna. A meno che, nascondendosi sotto l’etichetta di “donne”, qualcuno non pensi di proporre visioni razziste o autoritarie, ovvio (per tutto quanto sopra, una cosa simile non si discute neanche).
Una rete orizzontale, naturalmente; da quando in qua le reti son fatte a piramide? Il più possibile elastica, flessibile, ondivaga, creativa. E non diteci che questo “già esiste”, perché non è vero. Ma esistono molte cose bellissime, tutti i fili che la possono fare. (fonte: Donne ultraviolette)
HANNO PER ORA ADERITO QUESTI GRUPPI E BLOG:
• DONNEPERCULTURAperdonne
• DONNE PER LA CITTA'
• GRUPPO DONNE di "DEMOCRAZIA ATEA"
 Ma è importante chiarire che "aderire" significa approvare e, dunque, dare una disponibilità a partecipare a questo progetto: dando idee per definire come realizzarlo o dando contributi nel farlo: nessuna infatti sarà "esclusa, ma, per definizione, in una rete che ci riguarda tutte, TUTTE saranno inserite e valorizzate (tutte quelle di cui verremo a conoscenza, anche se non riterranno di sostenere la rete).

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