giovedì 24 marzo 2011

Worldwide women revolution. Una battaglia davvero durissima.

Una battaglia davvero durissima, che come armi ha solo il pensiero. Grazie ad Amnesty, veniamo a sapere che i "rivoluzionari" egiziani, alle donne che li hanno sostenuti, stanno riservando repressione e torture: che comprendono non solo pestaggi e condanne carcerarie, ma anche "test di verginità" nei posti di polizia. Per le donne dunque non c'è mai pace. E nemmeno se sei dalla "mia parte" lo sarai mai, sempre e comunque sei mia nemica e colpevole perché donna.
Leggetevi questo post sul movimento delle donne saudite, dice bene ciò che di nuovo sta covando in un mondo in cui le donne, fino ad oggi, come opzione per ribellarsi avevano solo il suicidio. Quel che sta cambiando davvero le cose è la crescente opportunità di collegarsi, su internet, di cervelli pensanti ciascuno dei quali è  un neurone di quel nuovo cervello globale che sta creando azioni ovunque, spiazzando l'establishment ma anche i leader delle opposizioni.
E' un LUOGO REALE dove ci possiamo incontrare - ovunque ci troviamo! e creare un pensiero > e dunque un'AZIONE, collettivi (e non per niente i tentativi di tappare la bocca alla rete sono sempre più aggressivi). Su facebook (ben più che nei siti e blog classici), i collegamenti sono fulminei e il dibattito è rovente ...basta vedere il nostro D-Day: mentre qui il blog sembra abbandonato, su fb il gruppo non sta mai zitto. E in QUEL LUOGO che travalica ogni nazione stiamo assistendo alla nascita di pagine curate da donne che nei loro paesi, per questo, rischiano tantissimo.
Per esempio queste, solo per citare le ultime due: Saudi Women Revolution, Tawakkol Karman for Yemen President. Collegatevi! sostenetele. Facciamo eco alle loro voci.
Il mondo ha un disperato bisogno della sua parte femminile; e ancor più là dove i più feroci regimi sono sostenuti dalla criminalizzazione delle donne, sono loro le vere custodi delle speranze. DOBBIAMO SOSTENERLE: con tutta la nostra amicizia, tutto il nostro affetto e la più sincera partecipazione; dobbiamo partecipare al loro lavoro e velocizzare il più possibile quella rete che rinforza tutte. Non abbiamo altri strumenti: ma abbiamo i nostri pensieri e possiamo usarli bene.

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