mercoledì 17 novembre 2010

Sono davvero loro?..

di Stefania Barzini

"Italian women who defy stereotypes": questo il titolo di un articolo pubblicato da Newsweek in difesa delle donne italiane, e che trovate a QUESTO LINK. Queste donne "non sono solo l'immagine stereotipata che oggi viene fuori da certa televisione o da certa stampa". Le donne italiane, insomma, secondo la rivista americana, non sono solo "bimbos": squinzette per capirsi, escort, cubiste, veline, paperine, trottoline, paroline, letterine, soubrettine mute ecc. Meno male che anche all'estero se ne accorgono. E nel suo articolo Newsweek pubblica una lista e le foto di quelle donne italiane che ritiene rappresentino la parte migliore dell' "altra metà del cielo" del nostro Paese. Ma sono proprio loro le più rappresentative? O comunque loro le migliori? Voi che ne dite? E non vi sembra grave che ci sia bisogno di difendere l'immagine femminile del nostro Paese? Cosa dunque si pensa delle donne italiane, all'estero? E non sarebbe ora che a difenderci cominciassimo anche noi?

3 commenti:

  1. la scelta americana mi pare un po', come dire? Americana. Lontana. Ma di Barbara Ensoli che ha scoperto il vaccino contro l'AIDS hanno sentito parlare?

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  2. Concordo con nuvola! E' una scelta molto americana, piu' attenti alle vips che a quelle, magari sconosciute o che comunque non appaiono nelle pagine delle riviste glamour di mezzo mondo, ma che nella vita fanno e hanno fatto cose importanti e significative. Forse dovremmo essere noi donne a suggerire di chi è fatta "l'altra metà del cielo" del nostro Paese!

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  3. ciao; forse io sono un po' di parte, considerato l' "argomento" con cui con il mio blog devo fare i conti e contro cui sbatto sempre il muso.. ma a me personalmente la scelta di Donatella Versace, per esempio, non piace per niente. E' solo l'altra faccia delle bimbos.. per intenderci, se queste le vediamo come consumatrici di droga, lei la collocherei un po' fra i pusher. Il che ri/apre l'eterno argomento di cui non si parla mai, e cioè di come fare per andare "oltre": oltre le apparenze, e vederci bene nelle cose. Perché: senza verità non c'è libertà.

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